martedì 25 novembre 2008

Intervista sul Presepe (seguito)

2. Secondo lei il presepe è ancora importante?

In parte ho già risposto alla prima domanda. Ma ritengo veramente di insistere sull’importanza del presepio fatto soprattutto in casa, dai bambini. Quindi può cambiare secondo la loro età, secondo i loro interessi. All’inizio sarà un presepio tradizionale, ma poi ho visto dei ragazzini fare delle cose artistiche molto belle. Per i più piccoli è importante che siano i genitori, mentre costruiscono con loro il presepe, spieghino il significato delle statue, chi è Maria, chi è Giuseppe, chi sono i pastori, magari anche perché vi è il bue e l’asino, riferendosi a una profezia che diceva come il Messia sarebbe nato tra due animali, simbolo di povertà. Costruendo il presepio si impara il vangelo.


3. Lei ha creato, nella sua chiesa al Sacro Cuore a Bellinzona, una mostra di presepi che si ripete ogni anno. Perché? Come è stata accolta la sua iniziativa?

La mostra dei presepi che da quattro anni viene allestita nella Chiesa del Sacro Cuore è nata per caso. Da sempre si faceva un presepio molto grande, il posto variava, qualche volta nel coro, qualche volata in un arcata in Chiesa a seconda di chi lo voleva costruire. Poi hanno iniziato alcune famiglie a chiedere se potevano portare dei presepi che avevano conservato, costruiti artigianalmente qualche anno prima. Abbiamo detto di sì, ed è stata una gara nell’offrirci questi manufatti, artisticamente belli. Infine ci sono stati alcuni parrocchiani che si sono offerti di costruire loro dei presepi in chiesa. I presepi quattro anni fa erano una ventina, quest’anno saranno più di trenta. L’iniziativa è stata accolta molto bene, vengono tantissime persone da tutto il Ticino a vedere questi presepi, noi forniamo loro una spiegazione, normalmente vi è un sottofondo musicale per offrire un’atmosfera di tranquillità e di pace, di riflessione e di meditazione. Non la chiamiamo “mostra dei presepi” ma “percorso nei presepi”, proprio perché é un invito a camminare lungo le pareti della chiesa dove questi manufatti sono collocati e, a riflettere, ed anche a pregare.


4. Quali sono le anticipazioni che può fare sull’esposizione di quest’anno?

Quest’anno abbiamo avuto alcune richieste di imprestare dei nostri presepi ad altri, e un’offerta di esporre alcuni diaporama, presepi di piccola fattura, ma di alto valore artistico nella nostra chiesa. E’ iniziato così uno scambio. Qualcosa si era già fatto negli anni precedenti, ma non in una misura così grande. E credo che questi scambi siano interessanti perché chi fa un bel presepio gli rincresce disfarlo subito dopo l’Epifania, lo vorrebbe conservare, e conservandolo lo vorrebbe esporre l’anno dopo, ma non nella propria casa o nella propria parrocchia dove è già stato visitato, ma altrove. Noi questi scambi li favoriamo.


5. Qualche tempo fa lei ha lanciato un appello ai “presepisti” perché collaborino e si uniscano in un gruppo. Cosa ci può dire a proposito?

L’anno scorso ho lanciato un appello ai presepisti perché si uniscano in gruppo. Qualche cosa si è fatto, alcune persone hanno aderito a questo gruppo,che non era istituzionato in una associazione, è un gruppo spontaneo. Si sono uniti, è stato organizzato al Centro Spazio Aperto di Bellinzona un corso simile a quello che da alcuni anni viene organizzato a Balerna dai signori Negri. E’ stato ben frequentato, e chi vi ha partecipato ha dimostrato interesse. Sono sicuro che migliorerà la creazione dei presepi con queste nozioni tecniche sull’uso del materiale, sulla prospettiva, sui colori. Vorrei aggiungere un’ultima nota: non vorrei che il presepio diventasse una bandiera cattolica da sventolare contro i musulmani, o persone di altre religioni. Andrebbe contro la sua stessa struttura che è di semplicità e umiltà.

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